TornasoleArte, come si fa per Incidere un'Acquaforte su una Lastra di Rame
L'Incisione all'Acquaforte
E' la più antica delle tecniche di incisione indiretta in cavo: l'acido scava la matrice corrodendone il metallo
Le seguenti immagini mostrano cosa fa l'artista per incidere un'acquaforte su lastra di rame
.01 - Bisellatura e Lucidatura della lastra di rame
Smussatura dei bordi della matrice. Permette una stampa senza danni per la carta e i feltri.
Scelto il rame e tagliato la lastra nella misura voluta e, prima di venire incisa, ha bisogno di essere lucidata, per evitare che graffi ed ossidazioni possano sovrapporsi al disegno. La prima cosa da fare è arrotondare gli angoli con una comune lima da metallo, invece i bordi si smussano con un raschietto (strumento in acciaio molto tagliente e affilato, a lama triangolare utilizzato per cancellare completamente i segni incisi e per eliminare le barbe); quest'ultima azione è chiamata Bisellatura.
Questi procedimenti sono indispensabili perché, nel momento dello stampaggio, la matrice non laceri la carta sotto la forte pressione impressa dalla vicinanza dei due cilindri del torchio calcografico. In seguito con carta abrasiva fine ed in conclusione con lana d’acciaio in grana finissima "0000" (operazione ideale per effettuare delicate operazioni di pulitura e per ottenere una perfetta levigatura della superficie trattata), si liscia la superficie della lastra di rame fino ad essere in grado di riflettersi.
.02 - Pulitura e Sgrassatura della lastra di rame
Operazione con la quale si rimuove dalla lastra di rame la parte grassa che eventualmente vi può essere.
Questa procedura è molto importante in quanto la lastra se ricoperta di un velo di grasso anche solo lasciatovi dalle mani, la vernice si stacca poi facilmente in piccole sfaldature, e perciò a volte si lava con uno straccio imbevuto di soda caustica. Con una piccola quantità di Bianco di Spagna (polvere abrasiva finissima simile al talco naturale), mescolato con alcool denaturato, si lucida perfettamente tutto lo strato superficiale compreso gli angoli.
Fatto ciò, si lava con acqua corrente a lungo e con abbondanza, si completa poi asciugando a caldo con cura con un pezzo di tessuto pulito.
.03 - Verniciatura della lastra rame
Procedura che protegge il metallo dalla corrosione dell'acido.
Difende le zone libere dai tratti disegnati, oppure ricopre quelle sufficientemente corrose dal mordente.
Si mette la lastra sopra una piastra calda e quando il rame è ben caldo in modo che un po' di cera collocata sopra fonda subito senza bruciare. Poi si spalma con un pennello morbidissimo uno strato sottile di Vernice Satinata per acquaforte e si farà scorrere in tanti tratti paralleli, prima in un senso, poi in un altro, sulla lastra di rame.
La vernice fonde fino a quando ne resterà uno strato uniforme su tutta la lastra.
Conservando ancora calda la lastra per qualche istante, apparirà la superficie levigata e lucente.
.04 - Annerimento della lastra e Protezione del dorso
Operazione di annerimento col nerofumo per rendere più visibile il segno inciso sulla matrice.
Ben verniciata, ma prima che sia fredda, onde evitare che il nero-fumo non resti aderente, si passa all'operazione dell'annerimento. Si prende la lastra e con la parte verniciata rivolta in basso, sotto si accende una specie di torcia, dalla quale si sprigiona un fumo denso che si attacca immediatamente alla vernice rendendola di un bel nero lucido.
La fiamma della torcia si tiene distante dalla lastra e si agita continuamente in modo che non resti mai ferma sotto un punto solo.
Quando si sarà raffreddata, la superficie diventa di un bel nero intenso, uniforme, velato, che però si trasforma in luminoso strofinandolo leggermente con un panno di lana morbido, o col palmo della mano.
All'ulteriore e definitiva operazione si protegge con vernice nera (all'alcool) il retro e i bordi della matrice che non devono essere intaccati dall'acido.
Così preparata, la lastra è pronta a ricevere l'incisione.
.05 - Il Disegno e il Riporto del bozzetto sulla lastra
Modello iniziale in cui vengono disegnate le linee e le forme essenziali di un'opera artistica da realizzare.
Fatto dunque il disegno su carta, si tratta di trasportarlo sulla vernice. A volta la composizione del bozzetto è abbastanza facile tanto da poter incidere direttamente la vernice senza prima aver disegnato almeno nelle linee principali il soggetto da trattarsi, e questa operazione è tanto più utile, quanto è abile il disegnatore e esperto incisore che si accinge a lavorare una lastra di rame.
A volte la composizione del bozzetto è talmente complessa che si avverte la necessità di riportare sulla vernice i segni principali, e a questo scopo sono usati vari metodi. Anche a chi ha grande sicurezza di mano il disegnarsi prima su carta più o meno accuratamente il suo motivo indicando con la penna la direzione dei tratti secondo cui desidera che risultino sulla stampa ultimata.
Questo perché dovendo disegnare al rovescio sulla vernice è facilissimo cadere in errore.
Si ottiene così il disegno sulla lastra in senso inverso (speculare); inciso e stampato risulterà nuovamente diritto.
Ultimato in questo modo il disegno, si passa a intagliare la vernice. Per incidere si seguono alcune regole, dalle quali è bene non allontanarsi troppo; ora con punte finissime, ora con punte più grosse, si intaglia la vernice dove si crede meglio per la riuscita dell'effetto. Le punte possono esser fatte in qualunque modo; solo bisogna aver cura di affilarle spesso perché si consumano nell'intaccare il rame.
Dopo appuntite, si passano più volte su d'un cartone duro per rendere la punta non troppo tagliente ma semplicemente acuta. Questo gli darà la facilità di muovere le punte sul rame in modo da ottenere tratti ora finissimi ora larghi secondo la minore o maggiore inclinazione che si dà allo strumento e la forma della sua punta, ma sempre uguali, senza ondulazioni, senza premer troppo in modo da intaccare eccessivamente il rame, o troppo poco da non intaccarlo affatto.
Si deve graffiare durante il lavoro un po' la lastra, altrimenti non si può esser certi di avere realmente scoperto il rame, ma pochissimo, in modo che se si togliesse la vernice, il disegno apparirebbe completamente tracciato, ma appena visibile a luce incidente. Con una punta sottile si tracciano leggermente i piani più lontani, gli sfondi, i cieli, le nuvole, e man mano che i piani si avvicinano il disegno si farà più forte, più segnato.
La punta non deve mai piantarsi nel rame, ma scorrere leggermente e liberamente in tutti i sensi, senza però che la mano dell'incisore abbia percezione d'inceppamento.
Durante tutto questo lavoro è utile avere sott'occhio il disegno come guida, ma siccome generalmente s'opera su un tracciato che è al contrario di quello che si è fatto prima, è facile confondersi, quindi è preferibile metterlo davanti ad uno specchio sul tavolo vicino alla lastra e di copiare guardando nello specchio.
Riguardo alla direzione e ai metodi d'incrociare i tratti, non c'è regola; solo una lunga esperienza insegnerà all'incisore i modi migliori per ottenere l'effetto che desidera e solo lo studio degli artisti più virtuosi gli potrà dare quella eleganza ed ingegnosità di metodi tecnici che fanno della stampa una cosa suggestiva e pregiata.
.06 - Incidere la lastra di rame: il bagno acido, la Morsura
L’immersione della lastra e la sua permanenza nel bagno acido è denominata Morsura.
E' questa certamente la fase più difficile che incontra la lastra nel suo percorso dal nulla all'opera d'arte. L'immersione nel bagno d'acido essendo assai incerta nel suo risultato è piena di sorprese le quali possono compromettere ad ogni momento di rovinare il lavoro. Il bagno consiste generalmente in una soluzione acida.
S'immerge la lastra in acido (dopo averne cosparso di vernice coprente la faccia posteriore) iniziando la morsura. L'acido incide il metallo solo dove non è stato protetto. La morsura è detta piana, se limitata ad una sola immersione, multipla se con più immersioni. Mediante una morsura multipla e coperture successive, si produce un’immagine con molti toni differenti. La morsura piana affida l'intonazione delle aree incise alla variata vicinanza e allo spessore dei segni, diversamente da quella multipla, dove la differenza delle aree incise e dei segni è dovuta al moltiplicarsi delle morsure con le relative coperture.
Eseguita la prima morsura, si toglie la lastra dall’acido sciacquandola abbondantemente. La si asciuga e si verifica con una punta la profondità del solco. Si coprono, eventualmente, con la vernice per coperture quelle aree e quei segni che non si vogliono ulteriormente incidere e si passa alla morsura successiva, e così di seguito fino a giungere ai massimi scuri e ai segni diversamente profondi.
Completate le morsure si scopre la matrice di metallo asportando dalla sua superficie con un solvente la vernice di preparazione pulendola accuratamente con uno straccio.
La matrice di rame è pronta per la prima Prova di Stato, cioè come prova di intervento per ulteriori passaggi nel percorso operativo.
Ecco la Matrice di Rame finita
.07 - Il segno inciso
Procedura con cui si ottiene la matrice da stampa con la superficie segnata da solchi.
Giudicata completa la lastra, si lava con petrolio o acquaragia, si asciuga e si conserva come matrice del disegno da replicare. La stampa avviene al Torchio Calcografico su carte poco collate e inumidite prima.
Si cosparge d'inchiostro grasso con un tampone di pelle la lastra e scaldandola un poco per favorire la penetrazione dell'inchiostro nei solchi e la sua cessione alla carta.
La Stampa Calcografica
La stampa è la fase finale della calcografia e può essere considerata un'arte a sé stante
Le seguenti immagini mostrano cosa fa l'artista per produrre ogni singola stampa
.08 - Inchiostrazione della lastra di rame
S'indica così l'inchiostrazione (anche a più colori), realizzata con piccoli tamponi, di una matrice da stampa.
Acceso un piano di metallo riscaldabile, si mette sopra la lastra di rame per riscaldarla un poco, si lava con trementina o petrolio e sì asciuga.
Quindi si sistema un po' d'inchiostro sulla sua superficie in vari mucchietti per facilitare la copertura completa, che si ottiene con un tampone di pelle con ripetuti colpi, imprimendovi mosse ondulatorie così da costringere l'inchiostro ad entrare in ogni intaglio profondo o finissimo che sia.
La lastra deve essere pulita, re-inchiostrata, e l'intera sequenza ripetuta, manualmente.
L'artista usa i pennelli, spatole e altri strumenti per applicare l'inchiostro alla lastra, lavorando l'inchiostro liberamente negli intagli. L'inchiostro è semi-viscoso e deve essere mantenuto leggermente caldo durante l'uso, altrimenti non fluisce nelle scanalature incise sulla lastra di rame.
.09 - Pulitura della lastra di rame
Pulitura della lastra calcografica effettuata, dopo l'inchiostratura.
La Matrice di Rame appena inchiostrata diventa tutta nera, quindi bisogna pulirla togliendovi l'eccesso d'inchiostro.
Per far ciò si prende la lastra col palmo della mano posteriormente per i margini, se la dimensione lo permette, e si strofina leggermente con il tampone di tarlatana. Di questi batuffoli o tamponi di tarlatana è utile averne parecchi, perché così si toglie con uno il grosso dell'inchiostro e man mano, cogli altri più puliti, i residui.
La tarlatana, per la sua speciale tessitura, presenta sempre una superficie abbastanza rigida ed elastica al tempo stesso, che passata sul rame asporta l'inchiostro che si trova sulla superficie, ma non disturba quello che è entrato negli intagli.
L'artista utilizza stracci di Tarlatana (tessuto di cotone molto leggero con forte apprettatura) a lavorare l'inchiostro nelle scanalature e anche per rimuovere l'inchiostro in eccesso dalla lastra di rame.
La carta da vecchi elenchi telefonici è utilizzata per un'ulteriore e accurata pulizia.
La pulizia è un aspetto molto importante della produzione di stampe, e lo stampatore deve profondamente conoscere l'incisione da stampare, altrimenti non si sa quali zone devono essere tenute libere dall'inchiostro. Questo è il motivo (per un'acquaforte essere designata come originale) perché è necessario che colui che effettua la stampa deve essere anche la persona che ha ideato l'immagine e ha inciso la Matrice di Rame.
.10 - Pulitura dei bordi e delle parti non incise della lastra di rame
Pulitura della lastra effettuata, dopo l'inchiostratura e a seguito di una prima pulitura con tarlatana.
Quando si è ben pulito con la tarlatana si ripassa ancora col palmo della mano, con la punta del dito e un po' di bianco di Spagna, si strofina leggermente in quei punti dove si vuole un bianco puro, togliendo dalla matrice ogni traccia di nero. È buona cosa lasciare sempre una sottile velatura sulla lastra, perché ammorbidisce i tratti e si distende come una mezzatinta leggerissima ad ammorbidire tutto il quadro, diminuendo le asprezze dei chiaroscuri.
Si può pure lasciare la velatura in certe parti, come ad esempio, sui primi piani, o lasciare un po' velata tutta la lastra e poi pulire ben bene ciò che si vuole puro; oppure pulire la lastra, quindi con il batuffolo di Mussola (tessuto a trama molto più sottile, ed una flessibilità maggiore della tarlatana, ideale per i lavori finissimi), strofinare e battere leggeri colpi sulle parti che si vogliono velare.
La mussola, per la morbidezza del suo tessuto, entra un pochino negli incavi, ne trae un po' d'inchiostro e lo deposita a fianco delle linee, rendendo così nella copia positiva i neri più forti e un po' velati.
In breve l'artista impara a riempire assai bene le sue matrici e a velarle più o meno secondo il desiderio.
Per questa ragione è assai preferibile stampare da sé le proprie copie invece di affidarle allo stampatore che riempie e pulisce le lastre meccanicamente, bene se si vuole, ma lasciandole prive di quell'estro d'Arte che vi sa imprimere l'incisore medesimo.
L'artista usa il bordo della lastra per raschiare un deposito di polvere da un blocco di Carbonato di Magnesio su i bordi della lastra e in altri settori che devono avere tutte le tracce di inchiostro rimosso.
Questa procedura è molto efficace per rimuovere tutte le tracce d'inchiostro grasso da zone dove non è voluto.
Aree della lastra che devono essere pulite perché sono ancora imbrattate con l'inchiostro.
Questa Matrice di Rame è una panoramica di Firenze; l'area sotto il pennello mostrerà il cielo di Firenze (area del rame non incisa), e quindi deve essere tolto tutto l'inchiostro in eccedenza.
La lastra, inchiostrata, pulita, strofinata e leggermente calda (per mantenere fluido l'inchiostro), è pronta per la produzione di un'unica stampa.
.11 - La Carta inumidita
Procedura indispensabile per ottenere il trasferimento dell'inchiostro dalla matrice incisa alla carta.
Stampare bene significa trasferire l'inchiostro sul foglio senza deformazioni e alterazioni del segno in modo
da ottenere un'impronta nitida, secca e dell'intensità prevista. La carta usata nella stampa d’arte presenta
caratteristiche particolari. La matrice di rame, inchiostrata e pulita, viene stampata su carta calcografica
Magnani Acquaforte, cotone 100 per cento pH neutro, g/m2 310 con bordo intònso tagliato manualmente.
Per inumidire la carta la sera avanti la si strofina leggermente ben bene con una spugna umida, poi si mettono i fogli, così leggermente inzuppati, sotto un leggero peso. Prima di collocare il foglio sotto il torchio si strofina con una spazzola dalla parte che deve ricevere la stampa in modo da sollevarvi un pochino il pelo.
Quest'operazione fa sì che la carta riceve più facilmente l'inchiostro. La carta può risultare scarsamente bagnata, o parecchio intrisa d'acqua. Nel primo caso si perdono i tratti molto profondi e le finezze della matrice, perché non essendo sufficientemente molle la carta non può entrare negli intagli troppo piccoli o troppo profondi.
Nel secondo caso la stampa viene sbavata e macchiata, perché la troppa acqua non permette all'inchiostro di aderire con nitidezza alla carta.
.12 - La Stampa con il Torchio Calcografico
Stampa tirata su torchio calcografico da lastra in rame incisa con procedimenti calcografici.
Strumento essenziale per la stampa è il torchio calcografico.
L'invenzione si deve a Martino Schoen, primo fra gli incisori tedeschi, che lo ideò, modificando il torchio tipografico (macchinario che esercita una pressione verticale omogenea) che allora era già assai in uso.
Naturalmente il torchio originario era assai rozzo e con grande lentezza si stampavano, molte volte imperfette, le copie di rami incisi da artisti famosi. Nel tempo è stato modificato più volte fino a giungere al Torchio Calcografico d'oggi, semplice e ingegnoso, che dal rame trae le minime finezze.
Un pesante cilindro di metallo è premuto da due grosse viti poste sugli estremi del suo asse contro un pianale di legno e metallo fatto scorrere in senso orizzontale su due rotaie durante la rotazione del rullo, il quale è messo in azione a mano per mezzo di apposita impugnatura a stella. Sotto questa piattaforma è interposto un altro pesante cilindro di metallo.
Un sistema d'ingranaggio facilita la rotazione dei due rulli, a muovere i quali occorrerebbe uno sforzo troppo grande per la pressione che gli si può far subire mediante il forte serragggio delle grandi viti.
Attorno al rullo superiore è avvolto una spessa fascia di feltro, così da costituire una specie di cuscino, in modo che per la enorme pressione si modella quasi sulle irregolarità della lastra che gli è sottoposta e fa entrare la carta posta fra l'una e l'altro, e resa morbida dall'umidità, in tutti i tagli del rame che contengono inchiostro.
Con il Torchio Calcografico si può imprimere una sola copia di stampa alla volta.
Un marchio a secco di piccole dimensioni raffigurante un "Ippogrifo", logo del nostro studio-laboratorio, è collocato vicino alla lastra (in basso a sinistra).
La carta è stata mantenuta umida durante la notte. La produzione di una stampa richiede due azioni simultanee:
1) l'inchiostro deve essere fatto uscire dai segni incisi;
2) la carta deve essere pressata nei segni inchiostrati, ed è per questo che la carta è inumidita.
Il piano del Torchio Calcografico, con la carta sopra la lastra di rame e il marchio a secco, pronti a passare attraverso la pressione di due grossi e peanti cilindri d'acciaio.
In questa disposizione, la lastra rimane sul piano, e la carta inumidita sarà posta sulla parte superiore della lastra. Quando il torchio è messo in azione, il piano di lavoro si sposterà a destra, sotto la pressione del cilindro.
Il piano, con la stampa appena impressa, emergerà da sotto il cilindro.
La lastra e la sua stampa impressa. Praticamente, come per tutte le tecniche di produzione di stampe, le lastre devono essere incise con un'immagine invertita della stampa finale impressa.
L'Acquaforte appena stampata.
Nota: il caratteristico profilo a effetto sbalzo lasciato da questo tipo di stampa.
In un'Acquaforte Originale, questo "segno" è sempre presente.
La stampa finale, mostra il marchio a secco "Ippogrifo" (sotto l'immagine a destra) impresso effetto inverso, che risulta dall'uso di un Torchio Calcografico.
Ecco la stampa (acquaforte) finita, pronta per l'asciugatura.
La stampa impressa è ancora umida e deve essere protetta da deformazioni o grinze.
Si mette tra due spessi pannelli di cartone (fino a due o tre giorni sotto peso) per preservare la sua forma, mentre si asciuga.
La stampa può ora essere firmata, numerata ed eventualmente, acquerellata a mano.
Ecco l'Acquaforte Stampata a Mano finita
.13 - La Coloritura a mano dell'Acquaforte
Il colore è dato a mano secondo la tecnica di pittura all'acquarello.
Abitualmente occorre una grande conoscenza dei colori, della pittura e dell'incisione per saper scomporre le tinte già fatte di un'immagine o di un soggetto qualsiasi per poter colorare sulla stampa e dare l'effetto finale. Naturalmente utilizziamo i migliori colori acquarello per dipingere, così da ottenere la massima trasparenza dei segni caratteristici di un'acquaforte.
Con il metodo della tecnica di pittura all'acquarello, si possono fare delle opere d'arte di squisita bellezza dai toni ora tenuissimi appena accennati nei toni pastello od anche dai colori freschi e luminosi, molto importante nel colorare un'incisione originale fatta per stare opera a sé, segno duraturo d'una visione di luce e di forme.
Questa è un'operazione lunga e abbastanza difficile. E' necessario per ogni copia parecchio tempo e tanta calma a coprire di colori o meglio "dipingere la lastra".
Le acqueforti così ottenute hanno valore di opera d'arte unica, anche perché è difficilissimo ottenerne due assolutamente uguali. Le leggere sbavature di una tinta sull'altra, le piccole imperfezioni non facilmente evitabili uniscono grazia e bellezza al lavoro finito. Con dei colori pittorici non chiusi perfettamente nel loro contorno nero aggiungono carattere a quelle incisioni pulite ma ricche di capacità espressiva e di sentimento decorativo.
Ecco l'Acquaforte Acquarellata a Mano finita
Ogni Stampa Originale distribuita da TornasoleArte è corredata di un Certificato di Autenticità -›››
Abbreviazioni e termini usati nelle Stampe d'Arte Incise:
Sculpsit (sc., sculp.), Celavit (cel.), Incidit (inc., incid, incisor): accompagnano il nome dell’incisore a bulino.
Fecit (f., fec.), Acqua Forti (a.f.): accompagnano il nome dell’incisore ad acquaforte.
Pinxit (p., pinx.), Delineavit (d., del.): accompagnano il nome del pittore o del disegnatore.
Inventit (inv., inventor), Composuit (com.), Figuravit (fig.,): accompagnano il nome dell’inventore del disegno.
Excudit (exc.), Divulgavit (div.): accompagnano il nome dell’editore o del mercante di stampe.
Impressit (imp.): accompagnano il nome dello stampatore.